Prodotta: 1925 Stato: Germania Inventore: Leitz
La Leica e il suo mito
Molto fascino è stato attribuito alla fotocamera Leica. Sebbene non fosse la prima fotocamera da 35 mm, arrivò in un momento in cui cresceva la domanda, da parte dei fotografi professionisti, di immagini più spontanee, un’esigenza a cui il formato 35 mm si adattava perfettamente. La fotocamera fu adottata da un gruppo di fotografi le cui immagini divennero rapidamente parte di un linguaggio visivo internazionale, catturando l’epoca in modi che prima sarebbero stati difficili da realizzare.
L’Ascesa della Pellicola da 35 mm
La pellicola perforata da 35 mm fu sviluppata intorno al 1891-1892 per il cinetoscopio di Edison, diventando presto il formato standard per l’emergente industria cinematografica. Tuttavia, il suo utilizzo nelle fotocamere fu possibile solo dopo che la sensibilità e la qualità della pellicola furono migliorate, grazie al rivestimento uniforme dell’emulsione sulla base di celluloide. Il piccolo formato rendeva qualsiasi difetto più evidente una volta ingrandito.
Uno dei primi brevetti per una fotocamera da 35 mm fu concesso a A. Léo, P. Audobard e C. Baradat il 9 marzo 1908, anche se in precedenza erano stati prodotti altri progetti in quantità molto ridotte. Il design del 1908 utilizzava un meccanismo simile a quello di una cinepresa per far avanzare la pellicola, ma non sembra essere mai stato prodotto. Le prime fotocamere da 35 mm di successo commerciale furono la francese Homéos, brevettata da Colardeau e Riehard nel 1913, e la statunitense Tourist Multiple, apparsa lo stesso anno. Altri modelli seguirono, ma nessuno ottenne un grande successo, sebbene la Levy-Roth Minigraph del 1915, la svizzera Sico (1920), l’austriaca Amolette (1925) e l’americana Ansco Memo (1926) raggiunsero una certa notorietà.
La Creazione di una Leggenda
Il passo più significativo nella diffusione del formato da 35 mm arrivò con la Leica del 1925, basata sui progetti di Oskar Barnack, entrato nella compagnia ottica Leitz nel 1911. Barnack progettò una piccola fotocamera portatile per utilizzare “ritagli” di pellicola cinematografica da 35 mm. Il prototipo del 1913, denominato retrospettivamente Ur-Leica, era orizzontale, con un piccolo obiettivo retrattile e un otturatore a tendina focale. Poteva montare un mirino ottico sulla parte superiore e produceva negativi da 24×36 mm (il doppio del formato cine standard).
Dopo la Prima Guerra Mondiale, il progetto attirò l’attenzione del dottor Ernst Leitz, che decise di produrre 31 esemplari nel 1923. La fotocamera definitiva fu presentata al pubblico durante la Fiera di Primavera di Lipsia del 1925 e lanciata sul mercato quell’estate. Il nome derivava da Leitz (il nome dell’azienda) e ca (da “camera”). La versione di produzione includeva un obiettivo Anastigmat e un otturatore autosigillante con velocità da 1/25 a 1/100 di secondo.
Un’importante innovazione fu il passaggio da obiettivi fissi a obiettivi intercambiabili. Dal 1931, la standardizzazione dei corpi macchina e degli obiettivi Leitz permise di montare qualsiasi obiettivo su qualsiasi fotocamera standardizzata. La Leica fu supportata da una gamma crescente di accessori, permettendo l’uso in macrofotografia, teleobiettivi e persino attrezzature da camera oscura.
La Leica I fu sostituita nel 1932 dalla Leica II, che includeva un telemetro integrato accoppiato all’obiettivo. Il design rimase sostanzialmente invariato fino all’introduzione della serie M nel 1954.
Una Fotocamera Iconica
La Leica ebbe successo dove altri modelli fallirono grazie alla qualità costruttiva elevata, tipica di un produttore di strumenti ottici. Il corpo e i componenti erano progettati con precisione e abbinati a una gamma di obiettivi di alta qualità, calcolati da Max Berek e dal team Leitz, specificamente per il negativo 24×36 mm. Questa combinazione permetteva ingrandimenti eccellenti da un negativo che, per l’epoca, era considerato piccolo.
Nonostante una ricezione inizialmente tiepida dalla stampa fotografica, la British Journal Photographic Almanac definì la Leica “un’innovazione nelle fotocamere tascabili” e ne lodò la qualità: “In termini di design e costruzione, la fotocamera è di altissimo livello.” La Leica con obiettivo fisso costava £22, con il telemetro venduto separatamente a £2. Entro il 1932, con l’introduzione della Leica II, erano state vendute circa 90.000 unità.
Una Nuova Generazione di Fotografi
Una nuova generazione di fotogiornalisti adottò la Leica. Cercavano una fotocamera piccola, portatile e discreta, utilizzabile in ogni situazione. Entro il 1954, con la riprogettazione della serie M, la Leica era diventata uno strumento essenziale per fotografi di fama mondiale, come Alfred Eisenstaedt, Robert Capa, André Kertész e Henri Cartier-Bresson, le cui immagini iconiche degli anni ‘30 e della Seconda Guerra Mondiale sono strettamente legate alla Leica.
Henri Cartier-Bresson e la Leica
Nel 1933, Cartier-Bresson acquistò la sua prima Leica. La fotocamera si rivelò perfetta per il suo stile: rapida e discreta, le sue dimensioni ridotte gli consentivano di catturare momenti spontanei senza disturbare i soggetti. Usava persino nastro adesivo nero per coprire la cassa di alluminio, rendendo la fotocamera meno visibile. Fondò Magnum Photos nel 1947 insieme a Robert Capa e altri colleghi, creando la prima agenzia cooperativa per fotografi freelance.
Nel 1952, Cartier-Bresson pubblicò “The Decisive Moment”, un libro che rifletteva perfettamente la capacità della Leica di catturare momenti irripetibili e la genialità istantanea del fotografo.